
«Pensi sul serio che ti porti con me all’ospedale? Ma ti sei vista?»
Indica la mia faccia e mi sembra di mancare l’ultimo gradino di una scala e di inciampare. Per via del sangue di Bente me ne ero completamente dimenticata. La mia faccia.
Ora anche la nuova vicina mi guarda. Legge le parole scritte sulla mia fronte e sulle mie guance e noto che sgrana un poco gli occhi.
«Me le tolgo», mi affretto a dire.
Indica la mia faccia e mi sembra di mancare l’ultimo gradino di una scala e di inciampare. Per via del sangue di Bente me ne ero completamente dimenticata. La mia faccia.
Ora anche la nuova vicina mi guarda. Legge le parole scritte sulla mia fronte e sulle mie guance e noto che sgrana un poco gli occhi.
«Me le tolgo», mi affretto a dire.
Fitz da un po' è veramente infuriata: i genitori si sono appena separati, e fanno anche finta di niente, come se fosse assolutamente normale vivere in due case separate. Un giorno, mentre se ne sta alla finestra a guardare la neve che scende (ed essersi scritta per rabbia una frase orribile sulla fronte), assiste alla scena che darà il via a una nuova fase della sua vita. Il papà e la sorellina stanno tornando in tutta fretta in bicicletta, la sorellina cade e la sua mano finisce sulla lama dello slittino: al centro della neve diventata rossa vede chiaramente la punta di un dito... bisogna correre subito all'ospedale! Anche Fitz deve andare perché non può certo rimanere a casa da sola in quella situazione, ma lì nessuno ha tempo per stare con lei. Inizia a vagare tra le corsie, sbircia nelle varie camere, osserva di nascosto i medici che ingessano persone, visita i diversi piani. Tutto pur di non assistere alla “ricucitura” del dito. E il destino le va incontro, sotto le sembianze di Adam: poco più grande di lei, affascinante come un attore di Hollywood, sembra essere a suo agio lì, quasi ci vivesse, senza genitori.
Ed è solo il primo di alcuni incontri, anche spassosi, che mostreranno a Fitz un altro lato della vita.
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